lunedì 30 marzo 2009

GIOVEDI' DEL GIALLO

LA CARNE E IL SANGUE DI MARCO DE FRANCHI ED.BARBERA
Marco de Franchi, romano, ma da anni residente in Toscana per ragioni di lavoro, è sostituto commissario di polizia, da vari anni si occupa di scrittura, ha pubblicato racconti con varie antologie, si è occupatoanche di narrativa fantastica e di fumetti.
Ma proprio da una esperienza profesionnale diretta, ha fatto parte del pool investigativo che si è occupato delle indagini e della cattura delle "Nuove Brigate Rosse", è nato il romanzo "La Carne e il sangue", che reca come sottotitolo, "Il romanzo sulle nuove BR". Insistiamo sul concetto "romanzo" perchè l'autore affronta il tema non come un reportage della vicenda realmente accaduta, ma mescolando fatti veri e fatti immaginari. E quindi su una traccia di fatti e persone reali, si innesta
poi una serie di eventi, un susseguirsi di personaggi che vivono di luce propria , anche se poi riconducibili, in linea dei massima, al veramente accaduto.
Oggi va molto di moda il giallo "storico", ove vediamo un Macchiavelli o un Dante Alighieri nei panni degli investigatori, ebbene De Franchi compie un'operazione consimile,occupandosi di attualità , pur riferendosi a fonti ufficiali e quindi non smentibili, deve per forza preoccuparsi di rispettare la privacy dei singoli,
ma la parte romanzata serve proprio a dar respiro e libertà narrativa a quantoi viene raccontato.
Ne "La carne e il sangue" il Paese sta correndo il rischio di precipitare di nuovo negli anni di piombo,come è testimoniato dagli omicidi D'Antona, Biagi e Petri. Il Paese è scosso da una serie di attentati e rapine, e i brigatisti stanno per colpire ancora.......
Un gruppo di poliziotti, dalle varie provenienze, viene concentrato su Firenze per risalire all'identità del gruppo combattente,che, si pensa, operi su Firenze. Ed ecco che si incrocia il destino di due donne. Lucia Cardini è una moglie innamorata, madre amorevole, ha un suo lavoro, ha un'esistenza apparentemente normale. Eppure dentro di sè ha l'inferno, è anche "Federica", militante rivoluzionaria, fedele alla causa, combattente spietata, tanto da uccidere a sangue freddo.
Di contro Serena D'Amico: è un commissario di polizia, che ha dedicato la sua vita alla caccia ai terroristi. Suo compito rintracciare e catturare Federica.
Le loro vite finiranno per intrecciarsi, per Serena Laura diviene una sorta di ossessione, vuole
entrare nella vita dell'altra, immedisimarsi nel suo modo di fare e di agire, arrivare a "pensare" come lei. E alla fine la loro vità ne resterà segnata drammaticamente.
Una vicenda nella vicenda, è autentico la stato di lotta tra Stato e Br, un un romanzo che fa vedere cosa sarebbe potuto realmente accadere e svela cosa per poco non è realmente accaduto.
Si parla di due mondi che si confrontano nell'indifferenza dei più. da una parte i poliziotti impegnati allo spasimo, anche a costo della vita; dall'altra i terroristi, il cui ritratto è agghiacciante: appaiono disumani, maniacali, fuori del mondo, agghiaccianti nelle loro pazzesche convinzioni.
Un romanzo certamente crudo, spietato, ma che ha il merito di presentare la realtà da entrambi i punti di vista, la fedeltà allo stato da parte di chi lo serve, l'apparente normalità di chi lo combatte.
E il nostro De Franchi, e qui sta un altro merito del romanzo, è di dare un ruolo fondamentale all'amore, necessario in ogni comportamento umano, e questo può anche spiegare perchè le protagoniste del racconto siano due donne.
Anche se sarebbe forse più esatto parlare di quattro donne, ovvero la Lucia moglie e madre amorevole a cui si contrappone la Federica, brigatista spietata, e poi la Serena, poliziotto in carriera, una vita sacrificata alla caccia ai terroristi, ma anche la Serena che per voler troppo....vivere la vita degli altri
finisce per innamorarsi dell'uomo sbagliato, apparendo alla fine un personaggio assai controverso e discutibile.
L'Italia sta attraversando un periodo ricco di contrasti, una grave crisi economica attanaglia il Paese,
certi rigurgiti di terrorismo vanno combattuti ed è giusto che se ne parli. Proprio di questi ultimi mesi la notizia degli assalti, fortunatamente verbali, in aula , al processo contro le "Nuove BR-PCC", al giusvalorista Pietro Ichino e alla p.m.Ilde Boccassini.Una vera e propria intimidazione contro la libertà di pensiero, rifiuto di ogni dialogo.
E'bene quindi che ci si occupi di questi fatti e di queste persone anche sotto forma di romanzo.
GIUSEPPE PREVITI

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